Omicidio Stradale: ora è Legge

Data
27 giugno 2016

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Dopo un tanto lungo quanto travagliato iter legislativo, l’omicidio stradale è ora diventato reato a se a tutti gli effetti.

 

Durante gli scorsi anni forte è stato il dibattito sulla necessità di una simile legge: i sempre più frequenti incidenti stradali, causati da alterazioni dello stato psico-fisico dei conducenti per assunzione di alcol o sostanze stupefacenti o ancora per il mancato rispetto delle regole del codice della strada, hanno però reso necessaria una regolamentazione.

 

La Legge è stata approvata dal Parlamento il 23 Marzo ed elenca con chiarezza le tipologie di reato e le pene a questi associate. L’Omicidio Stradale è stato infatti suddiviso in tre categorie con pene dai 2 ai 12 anni: la classificazione dell’omicidio in una delle tre categorie è poi associata a diversi fattori quali il volume di alcol nel sangue del guidatore, la presunta assunzione di sostanze stupefacenti e il mancato rispetto delle norme stradali.

 

 

La pena massima è riservata a chi si trova in stato di alterazione della percezione, e in particolar modo per chi ha assunto droghe di qualsiasi tipo o risulta avere un tasso alcolemico maggiore o uguale a 1.5g/L, con un periodo di reclusione che va da  8 a 12 anni. La verificata assunzione di alcol da parte del conducente è però determinante anche se in piccole quantità, in quanto comunque considerata causa scatenante dell’eventuale incidente.

A pesare sulla pena sono anche l’eventuale mancato conseguimento della patente da parte del guidatore o la guida di un veicolo non assicurato (la pena aumenta di un terzo) o, ancora, l’aver causato la morte di una o più persone o la morte di una persona e danni a una o più persone, che comporta il triplicarsi del tempo di reclusione fino ad un massimo di 18 anni.

 

Da sottolineare è che la nuova Legge non si limita a punire i guidatori solo in caso di omicidio stradale, ma anche nel caso di lesioni ad altri utenti della strada causate da incidenti: in questo caso la reclusione varia da un minimo di tre mesi ad un massimo di 7 anni a seconda dei parametri prima elencati.

 

Lo scopo dell’introduzione di queste nuove sanzioni è quello di responsabilizzare l’utenza, per evitare le tragedie a cui sfortunatamente si assiste fin troppo spesso.

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