La Concessionaria auto Youdrive e Piazza Clemenziano fanno da cornice al bellissimo giglio dell’Ortolano.

Data
19 giugno 2018
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Le origini della Festa dei Gigli derivano  dalla riacquistata libertà dei nolani presi in ostaggio dai barbari. La liberazione avvenne tra il 409 e il 410 d.C. grazie all’intervento del Vescovo Paolino.

 Tutta via, in merito alle origini della festa, vi sono opinioni diverse. Si pensa, infatti, che la festa degli tragga origine da un rito pagano. Grandi alberi, adornati con vari simboli, venivano portati in processione ed avevano potere protettivo. Con l’avvento del cristianesimo a questi alberi venne tolto il significato pagano, aggiungendo immagini sacre e di santi.

 Il popolo nolano resta ben consapevole delle radici autentiche di questa festa. Ne conserva quindi nel tempo l’aria gioiosa e di tripudio tipico della festa originale. Ancora oggi la festa è un momento di fede e di folclore allo stesso tempo.

La leggenda narra che nel 431, il popolo nolano abbia accolto il vescovo Paolino al suo rientro con dei fiori, dei gigli, e che i fedeli lo abbiano scortato fino alla sede vescovile accompagnandolo con i gonfaloni delle corporazioni delle arti e dei mestieri.

La festa si svolge la domenica successiva al 22 giugno di ogni anno, le 8 torri danzanti sfilano per le strade della città in processione seguendo un ordine ben preciso. Gli obelischi prendono il nome delle antiche corporazioni delle arti e dei mestieri, nell’ordine storico Ortolano, Salumiere, Bettoliere, Panettiere, Beccaio, Calzolaio, Fabbro e Sarto. Agli obelischi si aggiunge una struttura più bassa a forma di Barca, che simboleggia il ritorno in patria di San Paolino.

Il Giglio, inteso nella sua struttura, ha subito una notevole evoluzione nel corso dei secoli. Prime fonti storiche risalgono al periodo del 1500.Grazie ad Ambrogio Leone, storico nolano, che nei suoi scritti descriveva il giglio come una grandissima torcia a guisa di colonna, adornata di spighe di grano. Artigiani e contadini realizzavo di tasca propria per accompagnare il Santo durante la processione. Questi “ceri” erano trasportati a spalla per le strade della città. Al seguito i membri del clero e il vescovo, che portava con se le reliquie di San Paolino.

Col passare del tempo i ceri mutarono radicalmente, fino a raggiungere tra la metà e la fine del ‘800 l’altezza di 25 metri. Gli artigiani nolani si concentrarono maggiormente in questo periodo sulla realizzazione dei rivestimenti, prima con l’aggiunta di fiori, drappi, pupazzi e stoffe, e poi con l’avvento della cartapesta, portata a Nola dagli artisti salentini che lavoravano agli interni del Duomo.

Ogni Giglio viene posizionato  nella settimana che precede il giorno della ballata, in una piazza storica della città. Quest’anno in Piazza Clemenziano potrete ammirare in tutta la sua bellezza il giglio dell’Ortolano. Struttura a 4 facce che riporta ai gigli di inizio ‘900.  Maestoso, spettacolare, unico; il giglio dell’Ortolano affascina e cattura ogni visitatore.

Il 4 dicembre 2013 la Festa dei Gigli di Nola è entrata a far parte del patrimonio orale e immateriale dell’umanità sotto tutela UNESCO. L’inserimento della millenaria festa nella lista dei patrimoni da tutelare è avvenuto durante l’ottava sessione del Comitato Intergovernativo per la Salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, tenutasi a Baku, in Arzebaijan, presso l’Hotel Merriot.

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